Ovviamente queste modifiche del corpo delle anoressiche iniziano a preoccupare i genitori, in particolari le madri, le quali vedono che le loro figlie tendono a dimagrire a dismisura. Da questa percezione vistosa inizia un contrasto con le figlie stesse, le quali si contrappongono tenacemente alle madri, per affermare sè stesse. Il fatto che anche le loro autoaffermazioni sono estreme e radicali.
Il tal modo la differenziazione si accentua fino alla esasperazione e le figlie tendono a rifiutare tutto delle loro madri ed assumono posizioni ed atteggiamenti e comportamenti ipercritici, per segnalare il loro totale rifiuto dei modelli e degli atteggiamenti e comportamenti della madre.
Spesso, nelle famiglie delle anoressiche vi sono situazioni familiari conflittuali e spesso vi sono state forme o sussistono forme di separazione che perpetuano la diversità dei modelli educativi offerti dal padre e dalla madre. In questo guazzabuglio educativo vi sguazzano le ragazze, le quali manipolano a loro piacere e gradimento ogni elemento di conflittualità, ritorcendo inconsapevolmente contro se stesse il malessere che ne deriva dal vedere i genitori in perenne, grave ed incessante conflitto. Infatti, proprio in un momento nel quale le ragazze avrebbero maggior bisogno di convergenze e di modelli stabili di riferimento, si ritrovano in una situazione peggiorata, fatta di litigi, offese, disprezzo, incomprensioni e rivendicazioni rabbiose.
Gli adolescenti ed in particolare le ragazze adolescenti, perdono i loro modelli di riferimento. Quella che era una armonica relazione coniugale e familiare si è disgregata sotto i loro occhi. Comprensibili pertanto sono le loro reazioni estreme di richiamo di attenzione, peraltro puntualmente ignorati dai genitori, ormai troppo impegnati nella loro lotta autoaffermativo-distruttiva.
Da una parte infatti gli adolescenti sono in una età nella quale il loro corpo esigerebbe la tendenza a forme corporee di esibizionismo da amoreggimento e la ricerca di amore che dovrebbe spostarsi dalla FIGURA MATERNA alla FIGURA PATERNA. Tuttavia il conflitto genitoriale impedisce la possibilità di questa evoluzione, poiché nessuno dei due modelli offerti nel contesto conflittuale risulta valido. Questo può compromettere perfino la ricerca di un partner valido.
Il padre, desiderato ed amato, viene odiato e disprezzato nei suoi modi di fare e di educare dalla madre e, viceversa, la madre, analogamente disprezza il padre per i suoi modi di fare, agire ed educare. Certo, le delusioni del TRADIMENTO DEL PROGETTO DI AMORE INIZIALE della coppia presentano ai genitori il loro terribile conto. Le ferite lasciate sanguinano e nessuno ora le cura più. Per questo vi è una grande, reciproca rivendicazione rabbiosa tra genitori. Il loro progetto di vita si è sfasciato. Tutto è il alto mare.
GRANDE, RECIPROCA RIVENDICAZIONE RABBIOSA esiste anche nei figli che reclamano i loro diritti ad essere oggetto di attenzioni, cure e amore, sicché si attuano gli schieramenti diversificati nei figli stessi, secondo l’età ed il sesso ed in genere, tra i membri del gruppo familiare la più colpita di tutti è la madre.
Ma perchè la madre? Perchè essa rappresenta simbolicamente ancora la PRIMA FORMA DI NUTRIMENTO, AMORE E RIFUGIO. Solo che ora si è in conflitto con lei. Ora osserva cosa fanno i bambini piccoli quando sono arrabbiati: Non guardano la mamma, distolgono lo sguardo, la allontanano, la picchiano (giustamente) e mostrano la loro rabbia per essere stati frustrati e per non essere stati capiti, nutriti, soddisfatti ed amati. Esprimono semplicemente la loro giusta e legittima protesta.
Ora, se riflettiamo un attimo, il latte rappresentava per il bambino il cibo che alimentava ed appagava i piaceri del corpo fisico, ma anche del suo benessere psichico ed era la mamma la fonte di questa risposta doppiamente vitale ed essenziale. Vi era cioè dalla parte del bambino, come scrisse H.S. Sullivan, un BISOGNO DI AVERE SICUREZZA a cui la madre rispondeva soddisfacendo il suo BISOGNO DI DARE TENEREZZA, al quale il bambino rispondeva compensandola con sorrisi, gridolii e simpatici e scomposti movimenti. Per questo la madre era amata.
Allo stesso modo ora, per lo stesso principio di coerenza, il bambino che non percepisce più le risposte adeguate della madre odia sua madre in quanto la percepisce come MAMMA CATTIVA (vedi Melanie Klein). Una madre che non offre più sufficiente amore o attenzioni, tutta presa dalle sue pur giuste e legittime autoaffermazioni, viene pertanto odiata dal bambino. Queste esperienze restano impresse nella memoria. Per questo la madre viene radicalmente rifiutata, molto più del padre stesso, anche se magari questi ha più torto.
Attenzione pertanto ai figli, anche e soprattutto quando rifiutano l’amore. Tenetevi la loro rabbia e rappacificatevi subito anche se al momento vi respingono.
Quindi questo RIFIUTO DELLA MADRE caratterizza enormemente il vissuto persecutorio delle figlie anoressiche. Queste infatti, anzichè creare le basi per una buona “dipendenza” che prelude alla “sana indipendenza” sviluppano così una “contro-dipendenza” enorme dalla madre, rifiutandone perfino la comprensione, nonostante il disperato BISOGNO DI AMORE che hanno.
In realtà, paradossalmente, le anoressiche respingono proprio ciò di cui hanno maggiormente bisogno: L’AMORE DELLA MAMMA, diventando come spiegherò meglio più sotto: Nemiche di se stesse.
Sono i simboli inconsci e sinteticamente accumulati nella nostra memoria che agiscono dentro di noi e ci fanno reagire così. Sono reazioni emotive che poco hnno a che fare con la consapevolezza. Per questo servono delle psicoterapie multiple, che rielaborino tutto questo e reinterpretino gli “AGGANCI NEGATIVI” che ci condizionano.
Spero con questa piccola rappresentazione della situazione familiare del mondo anoressico di avervi potuto aiutare a capire qualcosa di più, motivandovi a modificare ove possibile almeno qualche piccolo comportamento e soprattutto spero che aiuti le madri ad assumere almeno un po’ di più una PAZIENZA FORTEMENTE MOTIVATA e consapevole. Questo, care amiche, vi potrà aiutare a superare meglio le legittime rivendicazioni rabbiose dei vostri figli e delle vostre figlie.
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4 – IL PERFEZIONISMO“
Un’altra caratteristica che contrassegna lo stile di vita delle persone anoressiche è rappresentato dal Perfezionismo. Il senso di tale orientamento della volontà e finalismo inconscio sta nel fatto di voler eliminare quei DIFETTI che potrebbero aver ingenerato la perdita dell’amore da parte dei genitori.
Tali “Difetti” sarebbero visti e percepiti dai figli come SENSI DI COLPA, pertanto devono essere eliminati, perchè farebbero male “fuori” ma soprattutto fanno male “dentro” per il senso di CATTIVA IMMAGINE DI SE‘ che si viene a creare. La ricerca dell’essere brava, buona, amorevole e servizievole sono atteggiamenti che portano a comportamenti i quli dovrebbero ingraziare il padre e la madre per eventuali difetti o errori compiuti ed essere “perdonati”.
Il fatto assurdo è che questi difetti non sono imputabili ai figli o alle figlie, ma ai genitori. Tuttavia i figli, in particolare le figlie, pensano invece che sia così, per questo cercano di ingraziarsi il padre, secondo quanto più sopra già accennato, e di SURROGARSI ALLA MADRE facendone, laddove possibile, le veci (è una brava donnina; sa fare tutto: è proprio brava.) creando una commistione confusa di ruoli, a cui sia il padre, sia gli altri figli si rivolgono, pretendendone assurdamente la rivendicazione di mansioni tipicamente materne che ridurrebbero le potenziali affermative della figlia, compromettendone la libertà per tutta la vita.
Infatti, la situazione inizialmente appagante, ben presto diventa pesante e si fa asfittica, fino a che la figlia comincia a dare in escandescenze o a dare segno di dissociazione mentale o di depressione quale segno di inconscia e giusta protesta. Spesso il padre non capisce nulla di tali meccanismi psicologici e spesso, abituato ad essere servito e riverito, pensa solo a se stesso.
Quando la figlia arriverà a comprendere il ruolo negativo del padre e a spostare l’aggressività su di lui, forse capirà che la soluzione della separazione della madre aveva un senso utile di modello di emancipazione dalla schiavitù paterna alla quale la madre si è ribellata. Spesso questo accade più tardi.
Certo, so per esperienza che questo aspetto è duro da far digerire e far capire ai cosiddetti “padri padroni” che credono di sapere tutto e di avere sempre ragione su tutti. In genere tale arroganza serve a negare l’esistenza dei propri gravi problemi di personalità. L’arroganza è tutta apparenza, per questo evitano sedute e ragionamenti, perchè sanno che ne uscirebbero sconfitti.
Ciò, in ogni caso, non fa che alimentare altro odio nei confronti della mamma, che “poveretta” non c’entra, mentre irresponsabile appare la strumentalizzazione colpevolizzante che, in genere, ne fa il padre di queste presunte “colpe” materne.
Per i motivi sopra espressi, il perfezionismo permea quindi, già da prima degli episodi anoressici, la vita della figlia anoressica.
I maschi, in genere reagiscono in modo diverso ed accusano la madre per la situazione nella quale li ha lasciati e tendono a schierarsi con il padre. Certo, in una fase adolescenziale la perdita dei riferimenti di ruolo identificatorio ed affettivo risulta grave per entrambi. Peccato.
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5 – IL RIFUGIO PROTETTIVO IN UN CLAN SOCIALE o nell’ISOLAMENTO DEPRESSIVO.
Il rifugio protettivo in un clan sociale esclusivo, dove l’obiettivivo di dimagrire, pensando di diventare più belle, ingenera poi una spirale perversa di “auto-incoraggiamenti e consigli“ che non fanno altro che peggiorare la situazione. Ritrovarsi senza affetti, senza comprensioni e spiegazioni, come quella sopra descritta, porta inesorabilmente all’allontanamento della e dalla famiglia, alla ricerca di una famiglia sostitutiva che ti possa comprendere: Il clan delle amiche oppure all’isolamento depressivo (vedi disturbi depressivi).
Il clan delle amiche ti fa da SPECCHIO. Nelle amiche ritrovi e rivedi te stessa. Hai gli stessi obiettivi, ne codividi il sogno e studi il modo e le attività da fare per raggiungerlo. Se il tuo obiettivo iniziale poteva essere un RIMODELLARE IL TUO CORPO, seppure in modo già esasperato, ora l’obiettivo diventa DIMAGRIRE nel modo più assoluto.
Ecco che iniziano le corse, le ginnastiche e le diete particolari, le furbizie per vomitare, nascondere ciò che fai. Iniziano le FINTE PROMESSE di cambiamento, quando in realtà tutti capiscono che stai mentendo. Sia a livello cosciente che inconscio, se guardi bene dentro e sei almeno per una volta sincera, ti accorgi che non hai affatto la minima voglia di cambiare. Non fa nulla. TI VOGLIO BNE LO STESSO. Lo sparlare contro le frustrazioni familiari e materne ed il sogno di successo da rincorrere attiva e motiva tutta questa attività frenetica, di corse e di ginnastiche segrete, volte a distruggere il minimo centesimo di millimetro di “odiosa ciccia“.
Il fatto è che rifiutando il cibo, RIFIUTI LA VITA. figlia mia e questo è follia. Questa è malattia: una malattia non percepita come tale, anzi, che viene assurdamente rivendicata come la unica vera e valida soluzione del tuo proprio esistere, in offesa alla tua PROPRIA ESSENZA. Ne consegue che una terapia di gruppo anticlan, fatta con vere amiche coetanee, può avere, assieme ad altre terapie comportamentali, cognitive ed analitiche, avere il suo bel peso.
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