ANORESSIA

 

+ 1 – L’ANORESSIA è uno di quei disturbi psicologici che hanno per oggetto la ALIMENTAZIONE ed è caratterizzata, da un punto di vista sintomatico, dalla tendenza a RIFIUTARE IL CIBO, fino a giungere a situazioni di sopravvivenza fisica preoccupanti, al punto da dover richiede degli interventi medici essenziali e psicologico-specialistici piuttosto pesanti ed importanti.

Da un punto di vista psicologico la persona “anoressica” è caratterizzata da una pluralità di motivazioni, tra le quali spuntano principalmente ad esempio le seguenti:

– IL DIVERSO SIGNIFICATO ATTRIBUITO AL CIBO.

– LA LOTTA E LA VENDETTA CONTRO LA PROPRIA MADRE.

– IL PERFEZIONISMO.

– IL RIFUGIO PROTETTIVO IN UN CLAN SOCIALE.

– AMORI PERDUTI.

– NEMICHE DI VOI STESSE.

 

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+ 2 – IL DIVERSO SIGNIFICATO ATTRIBUITO AL CIBO“.

Nelle persone anoressiche il cibo non è più percepito come fonte amica che serve a soddisfare un bisogno, un piacere. Esso è visto come un nemico. Esso perde il suo significato di valore NUTRIZIONALE, per assumere un valore RELAZIONALE.

Per esempio può essere utilizzato come strumento per modellare il proprio corpo, al fine di definire e stabilire una propria fittizia superiorità sugli altri, mediante il perseguimento di un supposto canone ideale di BELLEZZA oppure attraverso il piacere sadico di DOMINIO e di PUNIZIONE che si può esercitare sulla propria madre, per vendicarsi di cose e affetti che non ci avrebbe dato o ci avrebbe tolto.

Si pensi al mito delle “Star Models” tipico delle sfilate di moda, che costituisce spesso un punto di riferimento per canoni di bellezza ritenuti perfetti oppure alle lotte tremende che deve sostenere una madre nei confronti di una figlia, la quale si è prefissata di perseguire tali modelli.

In tal modo il cibo o meglio il rifiuto del cibo, che, modellando il corpo, ne determina le forme più o meno gradite ai propri “finalismi inconsci”, diventa uno STRUMENTO DI POTERE, capace di esercitare una certa influenza sugli altri. Infatti, se il cibo nutre il corpo ed il corpo rappresenta il risultato esterno, visibile e percepibile da chi potrebbe constatare questa perfezione di bellezza, secondo la mentalità di queste ragazze, i loro finalismi inconsci verrebbero in ogni caso appagati e soddisfatti.

Infatti lo stesso rincorrere un sogno  è già appagante e motivante di per sé. Quindi psicologicamente si chiude il cerchio DESIDERIO – APPAGAMENTO. Questo è il potere di questa associazione mentale, anche se questa avviene solo e soltanto sul piano dell’appagamento virtuale e fittizio del desiderio.

Così, modellare il corpo attraverso la gestione estrema e ristrettissima del cibo, riesce ad incarnare la propria volontà profonda, volta ad attirare l’attenzione su di sé. Ciò costituisce, secondo la mentalità anoressica, un modo estremo per la propria paradossale ed insolita forma di AUTOAFFERMAZIONE.

 

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3 - LA LOTTA E LA VENDETTA CONTRO LA PROPRIA MADRE.
Ovviamente queste modifiche del corpo delle anoressiche iniziano a preoccupare i genitori, in particolari le madri, le quali vedono che le loro figlie tendono a dimagrire a dismisura. Da questa percezione vistosa inizia un contrasto con le figlie stesse, le quali si contrappongono tenacemente alle madri, per affermare sè stesse. Il fatto che anche le loro autoaffermazioni sono estreme e radicali.

Il tal modo la differenziazione si accentua fino alla esasperazione e le figlie tendono a rifiutare tutto delle loro madri ed assumono posizioni ed atteggiamenti e comportamenti ipercritici, per segnalare il loro totale rifiuto dei modelli e degli atteggiamenti e comportamenti della madre.

Spesso, nelle famiglie delle anoressiche vi sono situazioni familiari conflittuali e spesso vi sono state forme o sussistono forme di separazione che perpetuano la diversità dei modelli educativi offerti dal padre e dalla madre. In questo guazzabuglio educativo vi sguazzano le ragazze, le quali manipolano a loro piacere e gradimento ogni elemento di conflittualità, ritorcendo inconsapevolmente contro se stesse il malessere che ne deriva dal vedere i genitori in perenne, grave ed incessante conflitto. Infatti, proprio in un momento nel quale le ragazze avrebbero maggior bisogno di convergenze e di modelli stabili di riferimento, si ritrovano in una situazione peggiorata, fatta di litigi, offese, disprezzo, incomprensioni e rivendicazioni rabbiose.

Gli adolescenti ed in particolare le ragazze adolescenti, perdono i loro modelli di riferimento. Quella che era una armonica relazione coniugale e familiare si è disgregata sotto i loro occhi. Comprensibili pertanto sono le loro reazioni estreme di richiamo di attenzione, peraltro puntualmente ignorati dai genitori, ormai troppo impegnati nella loro lotta autoaffermativo-distruttiva.

Da una parte infatti gli adolescenti sono in una età nella quale il loro corpo esigerebbe la tendenza a forme corporee di esibizionismo da amoreggimento e la ricerca di amore che dovrebbe spostarsi dalla FIGURA MATERNA alla FIGURA PATERNA. Tuttavia il conflitto genitoriale impedisce la possibilità di questa evoluzione, poiché nessuno dei due modelli offerti nel contesto conflittuale risulta valido. Questo può compromettere perfino la ricerca di un partner valido.

Il padre, desiderato ed amato, viene odiato e disprezzato nei suoi modi di fare e di educare dalla madre e, viceversa, la madre, analogamente disprezza il padre per i suoi modi di fare, agire ed educare. Certo, le delusioni del TRADIMENTO DEL PROGETTO DI AMORE INIZIALE della coppia presentano ai genitori il loro terribile conto. Le ferite lasciate sanguinano e nessuno ora le cura più. Per questo vi è una grande, reciproca rivendicazione rabbiosa tra genitori. Il loro progetto di vita si è sfasciato. Tutto è il alto mare.

GRANDE, RECIPROCA RIVENDICAZIONE RABBIOSA esiste anche nei figli che reclamano i loro diritti ad essere oggetto di attenzioni, cure e amore, sicché si attuano gli schieramenti diversificati nei figli stessi, secondo l’età ed il sesso ed in genere, tra i membri del gruppo familiare la più colpita di tutti è la madre.

Ma perchè la madre?  Perchè essa rappresenta simbolicamente ancora la PRIMA FORMA DI NUTRIMENTO, AMORE E RIFUGIO. Solo che ora si è in conflitto con lei. Ora osserva cosa fanno i bambini piccoli quando sono arrabbiati: Non guardano la mamma, distolgono lo sguardo, la allontanano, la picchiano (giustamente) e mostrano la loro rabbia per essere stati frustrati e per non essere stati capiti, nutriti, soddisfatti ed amati. Esprimono semplicemente la loro giusta e legittima protesta.

Ora, se riflettiamo un attimo, il latte rappresentava per il bambino il cibo che alimentava ed appagava i piaceri del corpo fisico, ma anche del suo benessere psichico ed era la mamma la fonte di questa risposta doppiamente vitale ed essenziale. Vi era cioè dalla parte del bambino, come scrisse H.S. Sullivan, un BISOGNO DI AVERE SICUREZZA  a cui la madre rispondeva soddisfacendo il suo BISOGNO DI DARE TENEREZZA, al quale il bambino rispondeva compensandola con sorrisi, gridolii e simpatici e scomposti movimenti.  Per questo la madre era amata.

Allo stesso modo ora, per lo stesso principio di coerenza, il bambino che non percepisce più le risposte adeguate della madre odia sua madre in quanto la percepisce come MAMMA CATTIVA (vedi Melanie Klein). Una madre che non offre più sufficiente amore o attenzioni, tutta presa dalle sue pur giuste e legittime autoaffermazioni, viene pertanto odiata dal bambino. Queste esperienze restano impresse nella memoria. Per questo la madre viene radicalmente rifiutata, molto più del padre stesso, anche se magari questi ha più torto.

Attenzione pertanto ai figli, anche e soprattutto quando rifiutano l’amore. Tenetevi la loro rabbia e rappacificatevi subito anche se al momento vi respingono.

Quindi questo RIFIUTO DELLA MADRE caratterizza enormemente il vissuto persecutorio  delle figlie anoressiche. Queste infatti, anzichè creare le basi per una buona “dipendenza” che prelude alla “sana indipendenza” sviluppano così una “contro-dipendenza” enorme dalla madre, rifiutandone perfino la comprensione, nonostante il disperato BISOGNO DI AMORE che hanno.

In realtà, paradossalmente, le anoressiche respingono proprio ciò di cui hanno maggiormente bisogno: L’AMORE DELLA MAMMA, diventando come spiegherò meglio più  sotto: Nemiche di se stesse.

Sono i simboli inconsci e sinteticamente accumulati nella nostra memoria che agiscono dentro di noi e ci fanno reagire così. Sono reazioni emotive che poco hnno a che fare con la consapevolezza. Per questo servono delle psicoterapie multiple, che rielaborino tutto questo e reinterpretino gli “AGGANCI NEGATIVI” che ci condizionano.

Spero con questa piccola rappresentazione della situazione familiare del mondo anoressico di avervi potuto aiutare a capire qualcosa di più, motivandovi a modificare ove possibile almeno qualche piccolo comportamento e soprattutto spero che aiuti le madri ad assumere almeno un po’ di più una PAZIENZA FORTEMENTE MOTIVATA e consapevole. Questo, care amiche, vi potrà aiutare a superare meglio le legittime rivendicazioni rabbiose dei vostri figli e delle vostre figlie.

 

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4 – IL PERFEZIONISMO

Un’altra caratteristica che contrassegna lo stile di vita delle persone anoressiche è rappresentato dal Perfezionismo. Il senso di tale orientamento della volontà e finalismo inconscio sta nel fatto di voler eliminare quei DIFETTI che potrebbero aver ingenerato la perdita dell’amore da parte dei genitori.

Tali “Difetti” sarebbero visti e percepiti dai figli come SENSI DI COLPA, pertanto devono essere eliminati, perchè farebbero male “fuori” ma soprattutto fanno male “dentro” per il senso di CATTIVA IMMAGINE DI SE‘ che si viene a creare. La ricerca dell’essere brava, buona, amorevole e servizievole sono atteggiamenti che portano a comportamenti i quli dovrebbero ingraziare il padre e la madre per eventuali difetti o errori compiuti ed essere “perdonati”.

Il fatto assurdo è che questi difetti non sono imputabili ai figli o alle figlie, ma ai genitori. Tuttavia i figli, in particolare le figlie, pensano invece che sia così, per questo cercano di ingraziarsi il padre, secondo quanto più sopra già accennato, e di SURROGARSI ALLA MADRE facendone, laddove possibile, le veci (è una brava donnina; sa fare tutto: è proprio brava.)   creando una commistione confusa di ruoli, a cui sia il padre, sia gli altri figli si  rivolgono, pretendendone assurdamente la rivendicazione di mansioni tipicamente materne che ridurrebbero le potenziali affermative della figlia, compromettendone la libertà per tutta la vita.

Infatti, la situazione inizialmente appagante, ben presto diventa pesante e si fa asfittica, fino a che la figlia comincia a dare in escandescenze o a dare segno di dissociazione mentale o di depressione quale segno di inconscia e giusta protesta. Spesso il padre non capisce nulla di tali meccanismi psicologici e spesso, abituato ad essere servito e riverito, pensa solo a se stesso.

Quando la figlia arriverà a comprendere il ruolo negativo del padre e a spostare l’aggressività su di lui, forse capirà che la soluzione della separazione della madre aveva un senso utile di modello di emancipazione dalla schiavitù paterna alla quale la madre si è ribellata. Spesso questo accade più tardi.

Certo, so per esperienza che questo aspetto è duro da far digerire e far capire ai cosiddetti “padri padroni” che credono di sapere tutto e di avere sempre ragione su tutti. In genere tale arroganza serve a negare l’esistenza dei propri gravi problemi di personalità. L’arroganza è tutta apparenza, per questo evitano sedute e ragionamenti, perchè sanno che ne uscirebbero sconfitti.

Ciò, in ogni caso, non fa che alimentare altro odio nei confronti della mamma, che “poveretta” non c’entra, mentre irresponsabile appare la strumentalizzazione colpevolizzante che, in genere, ne fa il padre di queste presunte “colpe” materne.

Per i motivi sopra espressi, il perfezionismo permea quindi, già da prima degli episodi anoressici, la vita della figlia anoressica.

I maschi, in genere reagiscono in modo diverso ed accusano la madre per la situazione nella quale li ha lasciati e tendono a schierarsi con il padre. Certo, in una fase adolescenziale la perdita dei riferimenti di ruolo identificatorio ed affettivo risulta grave per entrambi. Peccato.

 

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5 – IL RIFUGIO PROTETTIVO IN UN CLAN SOCIALE o nell’ISOLAMENTO DEPRESSIVO.

Il rifugio protettivo in un clan sociale esclusivo, dove l’obiettivivo di dimagrire, pensando di diventare più belle, ingenera poi una spirale perversa di “auto-incoraggiamenti e consigli che non fanno altro che peggiorare la situazione. Ritrovarsi senza affetti, senza comprensioni e spiegazioni, come quella sopra descritta, porta inesorabilmente all’allontanamento della e dalla famiglia, alla ricerca di una famiglia sostitutiva che ti possa comprendere: Il clan delle amiche oppure all’isolamento depressivo (vedi disturbi depressivi).

Il clan delle amiche ti fa da SPECCHIO. Nelle amiche ritrovi e rivedi te stessa. Hai gli stessi obiettivi, ne codividi il sogno e studi il modo e le attività da fare per raggiungerlo. Se il tuo obiettivo iniziale poteva essere un RIMODELLARE IL TUO CORPO, seppure in modo già esasperato, ora l’obiettivo diventa DIMAGRIRE nel modo più assoluto.

Ecco che iniziano le corse, le ginnastiche e le diete particolari, le furbizie per vomitare, nascondere ciò che fai. Iniziano le FINTE PROMESSE di cambiamento, quando in realtà tutti capiscono che stai mentendo. Sia a livello cosciente che inconscio, se guardi bene dentro e sei almeno per una volta sincera, ti accorgi che non hai affatto la minima voglia di cambiare.  Non fa nulla.  TI VOGLIO BNE LO STESSO.  Lo sparlare contro le frustrazioni familiari e materne ed il sogno di successo da rincorrere attiva e motiva tutta questa attività frenetica, di corse e di ginnastiche segrete, volte a distruggere il minimo centesimo di millimetro di “odiosa ciccia“.

Il fatto è che rifiutando il cibo, RIFIUTI LA VITA. figlia mia e questo è follia. Questa è malattia: una malattia non percepita come tale, anzi, che viene assurdamente rivendicata come la unica vera e valida soluzione del tuo proprio esistere, in offesa alla tua PROPRIA ESSENZA. Ne consegue che una terapia di gruppo anticlan, fatta con vere amiche coetanee, può avere, assieme ad altre terapie comportamentali, cognitive ed analitiche, avere il suo bel peso.

 

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6 - AMORI PERDUTI o MAI AVUTI

Un’altra situazione caratteristica nella quale si ritrovano spesso le persone affette da anoressia e sofferenti di isolamento sono gli Amori Perduti o  addirittura Mai Avuti. Peccato, poiché se tali persone sperimentassero o avessero sperimentato almeno un VERO E SANO AMORE, non simbiotico e/o non freddo, ogni persona in crisi esistenziale o affetta da disturbi psicologici riuscirebbe arisolvere più facilmente ogni situazione, per quanto difficile essa possa essere.

L’amore vero ti fa sentire una PERSONA LIBERA,  un SOGGETTO che costruisce e recita una propria storia in questo mondo. Insomma: ti fa sentire bene e cura le tue ferite. Mi permetto pertanto di farti, con tutto il cuore, questo augurio di felicità possibile. Te lo meriti. Hai moltissime qualità positive, peccato che il tuo percorso educativo o relazionale ti abbia impedito di realizzarle come avresti voluto. Vorrei che queste mie parole fossero un caldo abbraccio di incoraggiamento, una espressione di autentica fiducia in te.

Però amica mia, amico mio devi imparare a intravederlo ed a cercarlo questo amore, a partire dalle amicizie più sane che hai. Vedi: LA TUA ESSENZA MERITA RISPETTO e non puoi lasciare entrare dentro di te cibi e persone che offrono amori non validi, viziati o spenti di persone impegnate a pensare e a fare il loro interesse pessonale o soddisfare i loro bisogni parziali. Per questo è bene imparare a PORRE DEI FILTRI a chi pretende di entrare in contatto intimo con te. Impara a difenderti.

– IL PRIMO FILTRO lo devi porre nei confronti dei tuoi modi errati di porti con gli altri, specialmente se il tuo atteggiamento è quello di volere il perfido tutto subito.

IL SECONDO FILTRO  lo devi porre nei confronti di  chi si approccia a te per volere qualcosa di più. Devi conoscere molti aspetti della persona con la quale ti vuoi ccompagnare, prima di darle confidenza. Ricorda la bellissima e significativa canzone di Loredana Bertè, nella sua esibizione di Sanremo 2019 e chiediti: “MA COSA VUOI DA MECHI SONO IO PER TE E TU PER ME”…  Studiale e meditale se vuoi sentirti dire: “SEI BELLISSSSIMAAAAAAAAAA

 

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7 - NEMICHE DI VOI STESSE

Purtroppo, senza accorgervi, piano piano, care amiche vi siete lasciare irretire dal mito della bellezza assoluta, che, in quanto tale è una aspirazione, un finalismo desiderabilissimo e dolcissimo, ma assurdo ed irraggiungibile. Per questo è una idea folle.

Infatti tale finalismo si colloca a livello di mito, di puro ideale, di aspirazione impossibile di tipo infantile. Esso infatti è legato alla ILLUSIONE DI ONNIPOTENZA, il che è una idea “Folle”. Va appunto bene ai bambini che sono ancora slegati dalla realtà. Ma voi,… voi siete cresciute… amiche mie dovete comprendere che è un ideale così bello ed elevato ,a che oggettivamente è fuori dalla portata di tutti…  Per stare bene davvero bisogna cercare nel meglio, ma nel meglio POSSIBILE.

Il vostro ideale impossibile da raggiungere lo si ritrova simbolicamente nella rincorse al bello assoluto con la vostra illusione di poterlo raggiungere. Questo significa il vostro inutile correre e la vostra ginnastica mirata a dimagrire. Correre, correre, correre. Muovervi muovervi muovervi. Digiunare, digiunare, digiunare, ma anche questo non vi basta mai, poiché fate solo un buco nell’acqua.

Vero che è così?

Perfino le “dee” dell’antica MITOLOGIA GRECA furono messe a dura prova circa la loro bellezza. Si narra infatti che la “dea” Eris, offesa per un mancato invito ad una festa tra gli “dei”, invidiosa, lanciò una sfida alle “dee” più belle del monte Olimpo ( il monte degli “dei”), offrendo loro una mela d’oro sulla quale scrisse: Alla più bella delle “dee“. tale gesto scatenò la furia di Giunone  (la bellissima  moglie del “dio” Giove, il sovrano degli “dei”, Afrodite (la dea dell’amore) ed Atena (la dea della saggezza). Ognuna di esse ambiva al primo posto e vi fu una rincorsa a chi si presentava meglio.

Giove se ne guardò bene dall’esprimersi ed il giudizio fu affidato a Paride, figlio di Priamo, re della città di Troia, il quale scelse Afrodite che gli promise di sposare la donna più bella del mondo: Elena. Tale scelta scatenò l’ira delle altre due che si vendicarono fino a portare alla distruzione di Troia (nuova patria della bellissima Elena), cioè alla distruzione del proprio IO.

Ebbene, la leggenda ben rappresenta il finale della storia, che porta a capire come il mito della bellezza vi distruggerà, IL VOSTRO IO SARA’ DISTRUTTO lasciandovi nella disperazione devastante  VUOTO DELL’AMORE interiore per voi stesse.

Care amiche ristabilite l’ordine delle cose e ponete il finalismo pur prezioso della bellezza sotto il valore potente ed autentico della FINALITA’ dell’ AMORE e tutto riprenderà la sua giusta proporzione e dimensione.

Ora vi lascio con tre ipotetiche lettere che dedico a voi, nella speranza di potervi essere in qualche modo di ulteriore aiuto.

 

8 - LETTERA IPOTETICA DI UNA MADRE ALLA FIGLIA

In preparazione.

9 - LETTERA IPOTETICA DI UNA FIGLIA ALLA MADRE

In preparazione.

10 - CONTRO-RISPOSTA IPOTETICA DELLA MADRE ALLA FIGLIA

In preparazione.